Parole di Francesco de Sanctis in morte di Luigi Settembrini: pubblicate a spese del municipio

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Stab. tip.-stereotipo del Cav. A. Morano, 1876 - 19 pages

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Page 17 - ... amore, quando il mondo ci pareva così bello e sorridente, quando disprezzavamo il bisogno, quando la vita nostra era il nostro amore? E che abbiamo fatto noi per meritare tanti dolori, e tanto presto? Ma ogni lamento sarebbe ora una bestemmia contro Dio, perché ci condurrebbe a negare la virtù, per la quale io muoio. Ah Gigia, la scienza non è che dolore, la virtù vera non produce che amarezze. Ma pur son belli questi dolori e queste amarezze.
Page 17 - Ma sarò io dannato a morte ? Io mi aspetto sempre il peggio dagli uomini. So che il Governo vuole un esempio, che il mio nome è il mio delitto , che chi ora sta decidendo della mia sorte ondeggia tra mille pensieri e tra mille paure : so che io sono disposto a tutto.
Page 18 - ... vizi : essi non hanno alcun soccorso dagli uomini ; io li raccomando a te, io prego per loro. Io ti raccomando, o mio Dio, questa patria, da...
Page 16 - ... martiri, morirò, e le ultime mie parole saranno alla mia patria, alla mia Gigia, al mio Raffaele, alla mia Giulia. A te ed ai carissimi figliuoli non sarà vergogna che io sia morto sulle forche: voi un giorno ne sarete onorati. Tu sarai striturata dal dolore, lo so: ma comanda al tuo cuore, o...
Page 17 - Iddio: amare il lavoro; amare sopra ogni cosa la patria. Mia Gigia adorata, eran queste le gioie che io ti prometteva nei primi giorni del nostro amore, quando ambedue giovanetti, tu a quindici anni con invidiata bellezza e con rara innocenza, ed io a vent'anni pieno il cuore di affetti, e di speranze, e con la mente avida di...
Page 16 - Io lascio ai miei figliuoli l'esempio della mia vita, ed un nome che ho cercato sempre di serbare immacolato ed onorato. Dirai ad essi che ricordino quelle parole che io dissi dallo sgabello nel giorno della mia difesa. Dirai ad essi che io, benedicendoli e baciandoli mille volte, lascio ad essi tre precetti : riconoscere e adorare Iddio : amare il lavoro : amare sopra ogni cosa la patria.
Page 18 - Gigia, io non posso più proseguire, perché temo che il cuore non mi vinca: io non so se potrò più rivederti. » Addio, o cara, o diletta, o adorata compagna delle mie sventure e della mia vita. Io non trovo più parole per consolarti, la mano comincia a tremare.
Page 17 - ... esempio, che il mio nome è il mio delitto, che chi ora sta decidendo della mia sorte ondeggia tra mille pensieri e tra mille paure; so che io sono disposto a tutto. Sarò sepolto in una galera con un supplizio peggiore e più crudele della morte? Mia Gigia, io sarò sempre io. Iddio mi vede nell'anima, e sa che io non per forza mia, ma per forza che mi viene da Lui, sono tranquillo. Vedi...
Page 16 - A te ed ai carissimi figliuoli non sarà vergogna che io sia morto sulle forche: voi un giorno ne sarete onorati. Tu sarai striturata dal dolore, lo so: ma comanda al tuo cuore, o mia Gigia, e serba la vita per i cari...
Page 15 - Ricordi troveremo quella compiuta fusione, che un uomo così personale può solo attingere, rappresentando sé stesso. Sereno nel martirio, quando la patria fu serva; Luigi lasciò al volgo i volgari godimenti della patria libera. Nulla chiese. Aveva ottenuto tutto, più forse che non aveva sognato: Italia, libertà, e un re unico, come ei lo chiamava, verso il quale, come avviene nelle anime credenti, aveva un affetto che rassomigliava all'entusiasmo di un santo. I re ignorano spesso quelli che...

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