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in avvenire? Chi non risica non rosica!»-E, così dicendo, gli morsecchiava per ischerzo la mano sinistra, che aveva presa fralle sue, quasi volesse rosecchiarla davvero.

XIV.

Frattanto la vecchia nonna rifletteva sul da rispondere al Salmojraghi; e, quando questi venne ad informarsi del colloquio, cominciò a convenire, che i sospetti di lui non erano del tutto insussistenti, sebbene esageratissimi. Che ci fosse nulla di serio fra la Radegonda e il Della-Morte, peccato mortale il pur supporlo; ma una tal quale inclinazione, che, progredendo con l' intimità, potrebbe metterne in pericolo non la fedeltà, bensì la tranquillità dell'animo, non era da disconoscersi. Rimedio? Eh! la parte curativa è il brutto nelle medicine morali o fisiche la diagnosi della malattia, bene o male, si fa; ma come guarire il male diagnosticato? Pare, che la buona vecchia avesse letto l'Amore di Giulio Michelet, giac

propose un viaggio, un lungo e bel viaggio, le distrazioni del quale scaccerebbero certo le preoccupazioni anticoniugali di mente alla Radegonda. Il Salmojraghi afferrò a volo l'idea; si persuase volentieri di quanto la vedova affermava; e si rincasó con la letizia dell' uomo, il quale ha finalmente avuto dal medico l'assicurazione, che la sua ferita può dirsi guarita e che in pochi giorni potrà ridiventar padrone di tutti i movimenti del corpo. Ma la letizia volle durar poco.

Quando manifestò la sua idea di viaggiare alla moglie, questa, invece di accettarla con giubilo, come la volta che andarono a Napoli, allungò il muso, alzò le spalle, abbozzò un Sogg higno e si permise di trovare arciridicola ed inopportuna la pensata di mettersi in viaggio giusto negli ultimi giorni di Novembre! Proprio l' epoca acconcia per lasciare Milano bella! Del resto, non si sentiva bene; e poi non ne aveva voglia settentrione la spaventava ed il mezzogiorno non l'allettava; e le era passata ogni curiosità di vedere Parigi. Il Salmojraghi ebbe poca politica: si riscaldò, montò in bestia, dichiarando, ch'egli aveva risoluto e deliberato di svernare a Parigi, risoluto e deliberato che la moglie lo accompagnerebbe; e

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GIORNALE NAPOLETANO, VOL. III.

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si abbassò fino ad invocare non so quale articolo del Codice Civile. La Radegonda gli rise in faccia; e domandò ironicamente, se contava condurla via con la violenza? o qual violenza potrebbe costringerla a partire, quando ella, dal canto suo, avesse risoluto e deliberato di rimanersene? Caliamo il sipario: la scena susseguente fu di quelle, che, secondo Dante Allighieri,è bassa voglia il volere udire, e di cui il Parlamento Italiano ci dà spesso l'obbrobrioso spettacolo. Il marito venne fuori con un : «Io non voleva crederlo; ma dunque è ve<< ro...» - E la valorosa donna gli contrappose uno di que' spaventevoli « Si!» che sbalordiscono, perchè inaspettati; perchè anche i persuasissimi della verità della cosa, non si aspettano mai di udirla confessare a viso aperto. Rimproveri, minacce. La conclusione fu, che la Radegonda, uscita sdegnosamente dalla stanza, si ritirò in camera sua, e, vestita che fu, s' incarrozzò ed andò a piombare in casa di Maurizio, ospite inaspettata. Questi, tornando un' ora dopo, tutto lieto per l'aspettativa, che gli era stata definitivamente partecipata la mattina, trovò la signora stabilita in casa sua da padrona, che lieta e sorridente gli buttò le braccia al collo, gli appoggiò le labbra sulla gota, e gli narrò tutto il diverbio col marito. Non gliene importava un fico, anzi ne giubilava e veniva da lui per non lasciarlo più, mai, mai.. a meno che non la rimandasse! come soggiunse col risolino, di chi fa una supposizione assurda. E gli strinse il collo col braccio, quasi volesse soffocarlo, e gota a gota; poi, lasciandolo, si ritrasse indietro e sedette sul canapè ed il guardava amorosamente.

E Maurizio? Anche le sue labbra erano atteggiate al sorriso. Ma non ci sono parole efficaci abbastanza, in questa lingua Italiana, che certo non difetta di vocaboli energici, almeno io non ricordo e non so trovare espressioni, che lontanamente ritraggano la noja, il disgusto, ch'egli provò pel fatale annunzio. Per cinquantamila ottime ragioni questo colpo di testa della Radegonda era giuocoforza gli rincrescesse; e frattanto molte non poteva neppur dirle; alcune gli doveva bastare di accennarle senza insistervi punto su.

Prima di tutto, e la morale? Il terrebbero per uno, che gode

metter male nelle famiglie, che semina zizzanie! Mai non gli era passata pel capo la più lontana intenzione di turbare la pace domestica di chicchessia, neppure quando amava l'Almerinda Ruglia come un forsennato. Nel corteggiar le donne aveva sempre usati tanti riguardi, che le sue pratiche non davan mai nell' occhio; che, per esempio, nessuno a Napoli aveva nemmanco sospettata la relazione con quella signora, tanto amata da lui e per la quale avrebbe quindi potuto agevolmente tradirsi. E se ora in Milano qualcuno aveva avvertita l'intimità con la Radegonda, doveva attribuirsi ed al paese vieppù ficcanaso e pettegolo di Napoli ed alle imprudenze commesse dalla donna. Non che provocar dissidi ed antipatie fra' conjugi, egli aveva promossa concordia e reciproca amenità in tutte le famiglie, dove aveva avuto rapporti secreti con la padrona di casa; sempre inculcando alle mogli arrendevolezza a`mariti, riguardi, affezione, tutto insomma ciò, che un marito desiderar può, meno (s'intende) la fedeltà, e facendo di questa buona condotta domestica una condizione sine qua non della durata della sua pratica. Non ammetteva, che l' amante mettesse su la donna o la spalleggiasse nelle contese familiari; gnornò. Primo dovere del drudo è di ben consigliare la donna, che gli si commette: è di esercitar la tutela implicita, che ogni uomo esercita sulla donna posseduta, nell' interesse di lei, per indirizzarla saviamente al bene. Ed ecco, ch' egli, ora, si trovava sopraffatto da questa ciandella; costretto non solo a figurarne per seduttore e rapitore, mentre invece sedotto e rapito era lui; anzi pure a sostenerla, difenderla ne' suoi disordini ingiustificabili! Per lui una madre, una moglie abbandonava il domicilio conjugale e la figliuoletta, dimenticando ogni più sacro dovere! Era iniqua cosa; ed egli complice involontario ma necessario dell' iniquità.

Dopo le ragioni morali venivan quelle d'interesse, che primeggiavano forse anche nell' animo di lui. Chi vuole una donna, se la sceglie almeno, se la prende a suo gusto; e tale, che gli offra guarentige. Ma doverne subire una, che ti s'impone! e, sotto pretesto che ha tutto sacrificato per te, pretenderà da te dio sa, o meglio dio non sa quali e quanti sacrifi

ct! Sacrifici di quattrini, gravissimi; sacrifici d'indipendenza e di libertà, forse anche più incresciosi. Doversi trascinare appresso per la vita questa donna, come il forzato fa della catena, senza potersene affrancare mai, salvo meritando il nome d'ingrato! Sicuro! sacrificandovi marito, famiglia, posizione, quella donna ha acquistato dritto alla vostra riconoscenza; e non potreste limitarla o raffreddarla senza commettere una frode in danno di lei ha pagato, è giusto che se la goda od almeno che l' usufruisca. Meno male la moglie: prima, uno se la sceglie; poi, uno se ne scioglie; la può trascurare, può separarsene giudiziariamente; ed in faccia al pubblico, chi ha torto è quasi sempre lei. Ma alla donna, che ti ha sacrificato tutto (siamo sempre li!) non puoi fare infedeltà; non puoi abbandonarla o trascurarla, senza taccia d'infamia, di mancanza di cuore, di perfidia. Del resto, quando mai lui Maurizio aveva pensato ad incaricarsi del mantenimento della Salmojraghi od a legarsi con lei per la vita? quando aveva mai detta una parola, che potesse interpretarsi in questo senso? Mai! Avendo visto in lei il desiderio di stringer seco relazione, quantunque non ignorasse aver egli il capo a tutt' altra; ebbene, egli non aveva creduto decoroso, conveniente (anche per la riputazione dell'assisa, che indossava) il farla da casto Giuseppe, il lasciar fuggire la buona occasione; tanto più, che, avendo chiesta l'aspettativa ed il permesso di viaggiare all'estero, la sua stanza a Milano si sarebbe ridotta a poche settimane, e tutto sarebbe finito lì. Quando si mise in quell'impiccio, contava che fosse una cosa en passant, non altro. Signornò, diventava un affar serio ed eterno, senza colpa sua! Non aveva neppure la magra consolazione di potersi accusare da sè stesso, di poter dire: ho commesso un'imprudenza! me l'ho meritata! Niente affatto! la sventura, la rovina gli pioveva immeritamente sulle spalle!

E se quel poveruomo del Salmojraghi domandasse riparazione per le armi ? Non c'è peggio de' timidi, una volta che piglian coraggio! Ne fanno uno stravizzo! Riescono il contrario appunto della Chiesa Romana, patiens quia aeterna! Veramente, lui Maurizio era di prima forza alla pistola; pericolo, per lui, non ce n'era; ma lo ammazzerebbe o storpiereb

be? farlo cornuto e mazziato, come suol dirsi a Napoli!. Gli ripugnava non gli parea bello, non cavalleresco anzi un miserabile e codardo abuso di superiorità fisica, che gli procaccerebbe rimorsi per tutta la vita. Ma, per dirlo sempre. alla napoletanesca, non c'è peggio de le varriate de cecate; un arme non è mai tanto pericolosa, quanto in pugno a chi non sa punto adoperarla; e lui Maurizio Della-Morte potrebbe arcibenissimo toccarne dal Salmojraghi invece di dargliene. Ora morire o buscarne per la Radegonda gli sembrava, non dirò rincrescevole, ma tanto insulso! ma se non gliene importava nulla Quel giorno, che incontrò la prima volta a Milano la Salmojraghi, si sarebbe battuto con chi gli avesse contrastata la modella o crestaina od altro, che si fosse, cui tenne compagnia per un pajo d'orette: ma se n'era proprio incapricciato in quell'istante! ed invece per la Radegonda non aveva mai sentito nulla.

Potevano o dirsi esplicitamente queste cose o farsi capire indirettamente alla donna ? Io, confesso, mi fossi trovato ne' panni del Della-Morte, ne avrei taciuto, come ne tacque lui. Ci sarebbe voluto un bel coraggio! Come si fa per dire ad nna bella donna, che si precipita per noi: «Vatti a far be« nedire da chi più t'aggrada! Io non ne voglio saper di te! « T'ho in tasca! Figliola mia, provvedi a'tuoi casi e liberami << del tuo peso?»>

Se l'ipotetico mio lettore, volesse e sapesse insegnarmi questo come, io gliene sarei, proprio, riconoscentissimo. Non ch'io corra pur troppo pericolo che mai donna venga ad offrirmisi ma farò in modo di adoperare questa soluzione diversa in qualche altra novella, la quale potrebbe servire di contrapposto alla presente. Caro lettore, sappilo, la mia fantasia è poca e pigra, sarà presto esaurita; e, se non mi ajutano, mi ripeterò maledettissimamente. Va behn! ma cosa dicevamo? Ah si, che Maurizio, quantunque indispettitissimo della pensata della Radegonda, che gli ricadeva sulle braccia, non ebbe però (con quella fiacchezza d'animo!) l'incivil coraggio di dire: «Questo poi no. Torna a casa. Vattene. Io non in«tendo punto spinger la cosa tant'oltre.»-Capi benissimo, che la Salmojraghi non sarebbe tornata a casa, anzi si sareb

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