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era brutalmente fotografato dal vero; e che forse in ogni donna contemporanea (e passata e futura ci è (e c'è stata e ci sarà un po' di quella bella impudicizia, di quella sete di ricchezze non faticate e di voluttà senza fine, di quella spregiudicatezza riguardo alle relazioni sessuali; la castità essere ormai l'anomalia, e quasi frutto d'una depravazione di mente; effetto della stanchezza della fantasia, la quale si disgusta dal naturalmente desiderabile per sazietà o che il trascura per illaudabile ignoranza. Noti il lettore, per carità, ch'io fedelmente riferisco le opinioni e le teoriche di un capitano di Cavalleria ebbro e che non parlo mica in nome mio proprio. Il tema poteva riuscir penoso; la Radegonda fece una evoluzione da maestro e chiese da quanto il Della-Morte fosse a Milano, propriamente? Quindi si venne a parlare della breve campagna, di quella Custoza per la seconda volta fatale, dell'obbrobrio di Lissa.... lungo e penoso tema anch'esSO. «Se avessi una figliuola, io » disse Maurizio « vorrei metterle nome Lissa-Custoza, acciò mi rinnovasse «ogni giorno il salutare dolore di quegli abbattimenti; e mi « ricordasse poi, quando fossero vendicati e cancellati da vit<«torie, che il debito è stato sciolto. Il cognome mio è tanto « funebre da non temere il ravvicinamento di que' nomi.». Ed intavolarono una lunga discussione su'cognomi, sulle somiglianze, che hanno per tutta l'Italia, sopra quelli assolutamente locali; se questi ultimi siano da riferirsi alle popolazioni aborigene, anteriori alla conquista romana? In fatto di etimologie, Maurizio convenne di non poter dire mezza parela assennata in grazia della sua ignoranza della lingua latina, che pure aveva studiata da ragazzo.- - «Se fossi tanto pen«tito di vivere»-diss'egli- «quanto son pentito di aver istudiato latino per otto anni, mi sarei ammazzato da un pezzo. « A che serve, a che giova quella lingua li? Uno, che non a«vesse da far nulla per tutta la vita, può sciupare il tempo « in questi studi di lusso, ma chi ha da lavorare!... » — Ohè! di queste amenità del capitano, intendiamoci, sono editore sì, ina irresponsabile. L'etimologia di Salmojraghi quale sarebbe? Maurizio si guardò bene di mentovar quella bisticciosa, che aveva ritrovata poco prima: salamoja ed aghi. « Il mio

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cognome di fanciulla è più bello assai e mi piace più: Orsenigo! quello di mio marito è brutto» disse la Radegonda. Poi si parlò del Duomo, di Sant'Ambrogio, di Milano in genere.... Che, lettore, sbadigli? ti aspettavi altri discorsi più interessanti (come dicono? Ma o che credi tutte le conversazioni esser d'un interesse grandissimo? O che ti figuri, un uomo ed una donna, appena insieme e foss' anche la prima o la seconda volta sola, ed anche co precedenti, corsi fra Maurizio e la Radegonda, venir subito a ragionamento di amore; e lui, paffete! subito tentare, e lei, puffete! immantinenti cedere? Pazienza, pazienza! Col tempo e con la paglia maturano le nespole; l'albero al primo colpo non si atterra; Roma non fu fatta in un dì.

Certo è, che Maurizio, il quale s'era proposto di fare una visitina di quindici minuti al più e di non ripeterla mai, rimase, come dicevamo, tre buone ore dalla Radegonda; e se n'andò solo, perchè il pendolo lo avvertiva esser prossima la mezzanotte. Chiese il permesso di tornare; e (ben inteso) non ebbe alcuna difficoltà ad ottenerlo, anzi fu pregato di non indugiar molto la seconda visita. Allora Maurizio si accese d'un desiderio ardentissimo di rivedere il signor Salmojraghi: il suo buon Gabrio; ed avendogli la signora assicurato, che il domani e' rimarrebbe gran parte della serata «Allora, mi scuserebbe, se tornassi domani?» — -Anzi gliene sarei riconoscentissima. Purchè non si annoi troppo ? »

in casa:

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« Accanto a lei sarebbe impossibile. »

- «Oh se ci mettiamo su' complimenti!... »

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-Se chiamiamo complimenti le verità pure!... » -Basta, sempre che torna, mi fa piacere. Glielo dico. una volta per tutte. »>

XI.

La Radegonda dormi tranquillissima quella notte, e si svegliò allegra come un fringuello la dimane. Ottenne dal marito, che lascerebbe una carta di visita al capitano; ed uscì e passeggiò a lungo, sotto colore di condurre a spasso la bimba,

ma in fatti nella speranza unica d'incontrare Maurizio. Il quale, passata quella fittizia ilarità, mero effetto del vino, ricaduto nella solita ipocondria, chi sa, se si sarebbe rammentato neppure di tornare dalla Salmojraghi! Ma non aveva proprio. dove altro cascar morto; e preferiva acculattare una poltrona in casa di lei al canapé d'un caffè. Esser lisciati e grattati piace a tutti, piace a' mici, piace a' porci, e non piacerebbe ad un uomo, massime poi quando la lisciatrice, la grattatrice è donna? e donna bella, giovane, patita; un boccone ghiotto e prelibato? Quando si può parlare con lei di cose, che si negherebbero a tutti gli altri; quando si ha un segreto comune? Bisognerebbe esser di gesso! Ma come potrebbe darsi, che un capitano di cavalleria Italiano, rinnovasse le ritrosie del casto Giuseppe o d' Ermafrodito verso la Putifarre o la Salmace, che gli dice o dà ad intendere: <«<lo tamo, «e son disposta esser tua ferma preda? » per adoperare un bel verso di Baldassarre Olimpio degli Alessandri da Sassoferrato.

La Radegonda gliel diede ad intendere. Lo amava davvero davvero; oltre ogni dire. E quel rivederlo, e quel trattarlo, onde male avea sperato appagamento del desiderio suo, valeva solo a rinfocolarlo od attizzarlo, come ogni altra più maliziosa avrebbe sospettato. Maurizio non era sprovvisto di mancanze, di mende, di difetti, di colpe; non era certo uomo di gran levatura; l'ingegno suo non aveva altra bellezza se non quella dell'asino e del diavolo. Ma di questo l'accecata donna non si accorgeva, nèd è poi l'ingegno ciò che una donna vagheggia o cerca nell'amante. In fondo all'ideale femminile, ci è sempre un po' del facchino. E poichè i costumi, le consuetudini, il decoro rendono impossibile l'innamorarsi de'facchini propriamente detti, che stanno alle cantonate; e fan si, che una signora non possa metter le braccia al collo del camallo e del bazzariota; chi negherà che un giovanotto, cavallerizzo napolitano, alto sei in sette palmi, spalle quadrate, petto sporgente, fianchi sgaggiati, muscoli di ferro, tendini che pajon funi, non sia fra' gentiluomini ed i signoroui quello, che più avvicina al facchino? Poi, le donne amano gli uomíni capaci di grandi e forti passioui; e tale la Radegonda

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stimava Maurizio ; scambiando per saldezza e perseveranza dell' animo di lui ciò, che al fondo era semplicemente fiacchezza, quel non sapersi liberare dal molesto pensiero dell'Almerinda. La Radegonda conservava ancora il carteggio funesto, che le due parti le avevano consegnato per distruggerlo col fuoco; da quello s'era formato il suo concetto di amore; sentirsene ripetere le parole ardenti, suscitare quelle vampe di desiderio, essere amata in quel modo li, ecco il suo sogno. E, naturalmente, non sapeva concepire quelle parole, que' desideri se non nella bocca, nell' animo di colui, dove sapeva, che erano stati. Poi, le donne amano a consolare gli afflitti, hanno una provvisione inesauribile di carità a profondere a destra ed a sinistra, come un fiume profonde le acque agli assetati senza sentirsene diminuito. Ecco quest'uomo così abbattuto, scorato, mesto; farlo rivivere, allietarlo, rianimarlo, colmarlo d' ogni piacere, appagarne tutti i voti, suscitargliene de' nuovi per poi appagarli; non è forse generoso e bello? Quando poi si è contribuito ad infelicitare uno, quando si è stato lo strumento fatale, che gli ha tolto la pace; è riparazione doverosa, che diamine! Poi, scendiamo proprio nell'ultimo strato dell'anima della Radegonda, poi, se l' Almerinda era bella di un dato genere di bellezza, grossolana, materiale, sangue e ciccia, lei Radegonda al postutto non era niente di meno; anzi poteva ragionevolmente pretendere di essere più bella: o non sarebbe una soddisfazione di amor proprio legittimo, il vedersi apprezzata da chi prima, tutto assorto in quell' altra, sembrava non aver occhi per lei? il vedersene anzi preferita? il cancellare l'immagine precedente e sostituirvi la propria?

Ed il signor Salmojraghi? Lui? eh eh va bene, capisco, se risapesse ogni cosa, s'indispettirebbe, butterebbe fuoco e fiamma! Ma i primi doveri non cominciano da noi stessi? Prima il dente e poi il parente. Che la Radegonda amasse Maurizio, era un fatto, là, innegabilissimo. E deperiva e si logorava per questo amore infelice. Si lascerebbe morire? Non cercherebbe procacciarsi quanto pure, via, senza vanità, poteva supporre non essere per tornarle difficilissimo, cioè di farsi riamare? Perchè poi? Insomma era giovane, era stata fede

lissima per anni al marito; perchè dovrebbe scendere in una tomba prematura, scendervi scioccamente? A quale oggetto? Oh no, no; e se era colpa, ebbene? Ma voleva conoscere un po' le quinte della vita, sapere per prova che sia passione, voluttà, rimorso, dubbio, paura, vergogna, tutto tutto ciò, che s'incontra e che può incontrare a chi s'arrischia per mari burrascosi! Se nulla ora le piaceva più! Non aveva piacere da' più ricchi giojelli, che il marito le offriva, ostentabili; ma quanta gioja non avrebbe provato di un solo, misero anelletto d'oro, d'un modesto cerchiellino, ma dato di soppiatto da un uomo. amato, ma del quale bisogna mentire arrossendo l'origine? E così di tutto. Perch' ella consentisse a vivere, perchè tutto non le increscesse al mondo, bisognava dare ad ogni cosa nuovo valore e nuovo contenuto. Come poteva farsi? amando.

Tutto questo il sentiva, nol pensava certe cose, chi le prova, non può freddamente ragionarle; ma ne ha d'istinto una percezione confusa, torbida. Nessuno pone a sè medesimo alcuni quesiti con franchezza, e risolve a sangue freddo di commettere ciò, che un pregiudizio annoso, che l'educazione religiosa, che la morale tramandata chiama un peccato, una cattiva azione, Ohibò, quando si vuol fare una cosa simile, una ne rivolge altrove il pensiero; ma le cammina incontro; ma sempre ferma a non far più un passo innanzi, una concessione, fa pure ogni giorno un nuovo passo, una nuova concessione, giurando a sè stessa che sarà l'ultimaCosì la Radegonda andò più che a mezza strada incontro a Maurizio, e gli porse la mano per attirarlo a sè, e gli fece capire d'essere amato e che non avrebbe incontrato rifiuto, prima ch'egli avesse neppure a desiderarla una volta.

Qual è il tanghero, che non approfitterebbe delle prevegnenze d'una bella donna? Anche non amando, chi si farebbe scrupolo di chiedere, di accettare e di dare un'ora di piacere ? Un bel pomeriggio non è comperato troppo caro, corteggiando una, che al fondo ci è indifferente, protestando sensi, che non nutriamo, giurando quattro bugie. Non ci si attacca idea, per convenzione universale. Queste cose si sa come le cominciano e si sa come le finiscono; da tutti. Ma dalla Radegonda non si sapeva bene; ed ella prese per denaro contante le buone

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