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vale dei mezzi più semplici, senza ricorrere ai colpi di scena ed alle frasi di effetto. Il suo stile è anch' esso semplice, delicato, signorile, e la lingua è fresca, sempre di buona lega, spesso elegante, senza artifizio, senza riboboli, schietta, sincera. Ha un fare spigliato e disinvolto, e si fa leggere con grandissimo diletto. Qualcuno di quei periodi, anzi, sono come una frase musicale: c'è della melodia dentro, che accarezza l'orecchio.-La Serao aborre dal convenzionalismo falso, rettorico, monotono, arcadico; i suoi caratteri sono vivi e reali: giovinotti, signorine, uomini, donne, bambini, tutti vivono e vestono panni: li vedi muovere e li senti parlare. Lei che ci vive in mezzo a questa baraonda tanto gioconda della nostra Napoli, non ha che a pigliarsi la briga di dipingere dal vero, lei che dipinge dal vero così stupendamente. Quei tipi, infatti, sono così veri che pare quasi di averli visti passare per istrada o in carrozza, di averli avuto vicini nel tramway, in teatro o al caffè; tutti quei tipi così svariati sembrano delle vecchie conoscenze; ci son tutti quei personaggi delle diverse gradazioni della vita sociale, ognuno dei quali è pigliato pel suo verso, colle abitudini, le caratteristiche che lo distinguono, che pensano, parlano, agiscono come si pensa, si parla, si agisce realmente; quelle signorine sono così reali, a dispetto delle scipitaggini idealistiche, che giureresti di averle viste certissimo, non ricordi dove; son cosi belli quei bambini con quei capelli biondi che te li mangeresti dai baci.-Le sue scene sono quelle della vita familiare, della società borghese ed anche un po' di quella aristocratica. E la vita reale che passa sotto i vostri occhi, in tutti i suoi varii aspetti, in tutte le sue estrinsecazioni diversamente manifestate, tutti i sacrifizii, tutte le sublimi puerilità, le gioie e i dolori della vita quotidiana, la vita che passa fra le pareti domestiche e quella che si vive fuori, all'aperto, alla luce del sole. E tutto un mondo, descritto con tanta varietà di tipi, tanta evidenza di colorito, con una conoscenza così esatta delle situazioni e dei caratteri. La Serao sa trarre partito dalle cose apparentemente più piccole, dalle tradizioni e dalle costumanze popolari, da un fatterello, da tutte le congiunture della vita ordinaria; trae argomento da tutto ciò che le càpita sotto gli occhi per fabbricarci su uno schizzo, una scena, un colonnino di giornale. Una volta fece un articolo sopra un ago, che è un ago?, e scrisse quattro o cinque colonne intitolate Poesia casereccia, che sono un gioiello.

Non esitiamo ad asserire che la Serao sa scrivere, come pochissimi sanno; in poco d'ora ha preso bravamente il suo posto fra gli scrittori

italiani contemporanei ; ed è già una grande soddisfazione, ora che tra i giovani pochi scrivono e i più sgrammaticano, vedere una signorina che vale tanto più di loro. La Serao è instancabile: non passa una settimana che non scriva un articolo, un bozzetto, una novella: è di una vena inesauribile. E della bella rinomata che si è saputa fare nelle lettere, noi ce ne rallegriamo sinceramente con lei. FRANCESCO STENDARDO

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Il Novelli pubblica per la terza volta questa sua traduzione, facendo precedere a quel gioiello di poemetto greco una lunga dissertazione sull'autore di esso, che alcuni vogliono sia Museo Grammatico, e sul tempo in cui fu scritto; dissertazione in cui dimostra d'aver molta dottrina, una vasta lettura di tutto ciò che concerneva più o meno da vicino il suo argomento, quel ch'è più, una maniera fran

ca e spigliata di far della erudizione che non riesca indigesta; a noi questa introduzione ci è piaciuta quanto la sua versione, che davvero è assai pregevole. Notiamo soltanto che talvolta il verso sciolto sente un po' di quella cadenza noiosa anzichennò, cui non è poi tanto difficile rimediare, spezzando a tempo e a luogo il verso nelle cesure; ma tolto via questo lieve inconveniente, resta sempre un gran pregio alla versione novelliana, ch'è la gran fedeltà al testo greco. Non possiamo però far ammeno di notar una dimenticanza in cui è incorso l' egregio autore, quella cioè di aver omesso nel novero dei traduttori del poemetto il nostro prof. Carlo Lanza, che pubblicò la sua bella versione, in versi sciolti, nel 1o volume dell'anno 1o (1875) di questo medesimo Giornale Napoletano. E non sappiamo neppure approvare la reticenza pudica del traduttore, che ha voluto mettere dei puntolini invece della versione al posto dei versi 273 e 274.

F. S.

La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, con brevi note storiche e letterarie ad uso delle scuole maschili e femminili, del prof. A. Fassini. - Torino, Paravia.

Pareva che dopo il sonetto del Giusti, la razza degli Avesani fosse dovuta scomparire dalla faccia della terra; invece, con nostra somma meraviglia, gli allori del sullodato reverendo hanno turbato i son

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ni del prof. Fassini, che si è proposto di fare alla Gerusalemme liberata quello che l'Avesani fece all'Orlando Furioso. «Se non che i più assennati e prudenti educatori, considerando come anche una leggera nube possa offuscare il candore dell' animo, sono d'avviso che, dovendo il libro andar per le mani dei fanciulli e delle fanciulle, sia conveniente di tralasciare qua e colà alcune ottave che a chi severamente ubbidisce alle leggi del pudore sembrano meno castigate. A questo morale concetto è informata, quanto è possibile, senza offendere l'armonia artistica del Poema, la presente edizione ». Sentite che unzione ! L'Antoniano diceva che la Gerusalemme non era un poema religioso perché non la potevano leggere le monache; il prof. Fassini cancella la parola amante per non offendere il pudore. Risum teneatis ?!... - Delle due l'una: libri come questi o non si leggono affatto, e al certo libri di testo non ne mancano, e ci sono le antologie che non fanno male a nessuno; o bisogna leggerli come sono stati scritti, perchè ogni parola che si toglie è un grave sfregio che si fa al libro, che deve essere inteso, letto, studiato in tutta quanta la sua compiutezza, tutto d' un pezzo e tutto d' un colore. Facciamo un po' il conto: le ottave mandate a spasso sono 126 (diciamo centoventisei), molte altre sono rabberciate, Dio sa come, pigliando certi versi da una e certi versi da un' altra, correggendo, cancellando, rifacendo, raffazzonando, rimaneggiando. Cosa resta della Gerusalemme dopo questa amputazione? Se poi questo vandalismo si chiama adattare il Tasso per le scuole maschili e femminili, chi ha fior di senno lo dica.-Già a noi questa morale bigotta ci ha fatto sempre paura; e ridurre il Tasso, che è, per così dire, il più casto di tutti, ad usum delphini, ci è parsa proprio una cosa inesplicabile. Tolte le ottave più belle, le situazioni più drammatiche, le descrizioni più efficaci, i passi più salienti, resta travisato il senso, monca la narrazione, fuori di luogo gli episodii, incomprensibili certi passaggi, irriconoscibile tutto quello che rimane. E per giunta alla derrata, per azzeccare insieme le diverse parti dopo il taglio, il Fassini ha dovuto sostituire a quelli di Tasso certi versi fatti da lui, che sono la più povera cosa che si possa immaginare. Restano le note, molte delle quali neppure sono gran che, e non chiariscono abbastanza il senso, scarse come sono il più delle volte, con uno sfoggio poi di citazioni latine, che, specie per una scuola femminile, c'entrano come il solito Pilato nel non meno solito Credo. Che Domineddio nella sua infinita misericordia gliela mandi buona, chiarissimo prof. Fassini! — E a noi ha

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fatto meraviglia che un editore solerte come il Paravia abbia prestato mano a questa sorta di sacrilegio, che bisogna andar a Roma per farselo perdonare. F. S.

Augusto Mastrolilli. - Psiche. Napoli, Stamperia Governativa, 1881.

Questo canto che, come si potrebbe credere, non isvecchia il mito per adattarlo alle nuove dottrine, è più effetto d'un entusiasmo acceso dalla fede e dall' amore che prodotto d'un profondo pensiero. Il giovane scrittore ha forse dato più cure alla forma che al concetto; e si è trovato d' avere messo su un misto di lirica e di narrativa, il quale, se rende vaga ogni parte, nuoce all' insieme del lavoro. Tuttavia è da notare la perizia con cui tratta lo sciolto, oggi che quasi tutti i giovani vengono fuori con sciatterie e melensaggini da turarsi il naso e gli orecchi. Noi facciamo voti che il sig. Mastrolilli studiando meglio i soggetti su cui verseggia, ci dia lavori di maggior lena; lo che però non vorrà dire che vogliamo da lui dei poemi... Tutt' altro! Vogliamo semplicemente della poesia ne' versi; e non più de'versi, fossero pure eccellenti, senza poesia. D. C.

Ladislao, Dramma di V. Montoro Napoli, De Angelis, 1880.

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'Bella e feconda di drammatiche situazioni è la tela di questo dramma. Nel quale è notevole la perizia del meccanismo della scena.

L'autore ci pare lodevole per le cure che ha spese intorno al suo lavoro, che è preceduto da un racconto della leggenda intorno a re Ladislao, ed è corredato di opportune e belle note.

Siamo lieti di annunziare che il nostro egregio amico e collaboratore Michele Scherillo ha vinto il premio del concorso bandito dalla nostra R. Accademia di archeologia sul tema « L'opera buffa napoletana dalle sue origini infino al secolo XIX ».

Il capo della Redazione responsabile ed Editore

CARLO M. TALLARIGO

NAPOLI —Stab, Tip, Perrotti, Via Mezzocannone, 104.

Della politica nelle sue relazioni col diritto e coll' interesse pubblico, secondo i nostri costumi, leggi e dottrine, per l' avv. prof. Gualtiero Marcarelli — Perugia, tipografia di V. Santucci, 1880.

A. S. de Kiriaki

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Della riforma elettorale

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Saggio di Diritto Costituzionale e di Legislazione Comparata - Roma, tipografia del Senato di Forzani e comp. 1879.

Fantasie Marine di Giovanni Marradi (Labronio) Pistoia, tip. Cino dei Fratelli Bracali, 1881.

Studio Critico su Giacomo Leopardi per il prof. Giovanni Giannini Napoli, Stabilimento tipografico Prete, 1880.

La « Farsaglia » di M. Anneo Lucano, volgarizzata dal conte Francesco Cassi e nuovamente pubblicata a cura di Carlo Gurgiolli Firenze, tip. Barbèra, 1881.

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Le sciagure di Ilote - Tragedia dell'Ingegnere Eugenio T. Dupré Rieti, tip. Trinchi, marzo 1880.

Lo Studente magliese - Rivista Scolastica n. III, 30 gennaio 1881 Maglie, tip. del Convitto.

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Matilde Serao Raccolta Minima - Milano, Perussia e Quadrio, 1881.

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La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, con brevi note storiche e letterarie, ad uso delle scuole maschili e femminili del prof. A. Fassini - Stamperia reale di Torino di G. B. Paravia e comp.

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Libro di preghiere muliebri scritto da Vittorio Imbria

ni Napoli, Riccardo Marghieri editore, 1881.

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