Florentia: uomini e cose del Quattrocento |
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alcuno altre Ambrogini amore Angelo Poliziano Angelus Antonio appresso Arch Archivio Argiropulo atque autem avea Baccio bella Bibbiena Bucelli buon cardinale casa Catasto certo chè chiama Cini città Clarice commedia compagnia corte Cosimo cotesti credo detto dice documenti Donato Acciaiuoli duca enim Epigr etiam famiglia feste Ficino figliuoli filosofia Firenze Florentia Francesco fratello giostra Giovanni giovinetto Giuliano Gonzaga Grancosi greco Iliade l'Orfeo latino lettera lettere lodi Luigi Pulci madonna magnifico Lorenzo mandato Mantova marchese Matteo medesimo Medici Medicis Menaechmi Mencke messer Agnolo messer Angelo messer Benedetto Michelozzi Monte montepulcianese Montepulciano Mopso morte Niccolò nome Omero onore oratori Orfeo padre papa Piero Platone poco poesia poeta Politiani Politianus poteva pubblico Pulciano pure quae quam quod recitazione renze Santa schiavone Schivenoglia scriveva secolo Signoria Studio fiorentino tamen Tarugi teatro Tommaso Vedi zione
Popular passages
Page 357 - Prose volgari inedite e poesie latine e greche edite e inedite di Angelo Ambrogini Poliziano, raccolte e illustrate da I.
Page 337 - El cervello a spasso va. Ognun corra in qua e in là, Come vede fare a me; Ognun segua, Bacco, te! • I
Page 327 - La bella ninfa è sorda al mio lamento e 'l suon di nostra fistula non cura: di ciò si lagna il mio cornuto armento, né vuol bagnare il grifo in acqua pura, né vuol toccar la tenera verdura; tanto del suo pastor gl'incresce e dole.
Page 370 - Entrai in più di diece altre case: e sempre sempre trovai donne che si lisciavano; e alcuna ne viddi che era aiutata dal marito, molto più vano di lei. «Diacin ne vadia, con tanto liscarsi!
Page 328 - Dentro all'orecchie della ninfa mia: Dite quant'io per lei lacrime versi, E lei pregate che crudel non sia: Dite che la mia vita fugge via E si consuma come brina al sole. Udite, selve, mie dolce parole. Poi che la ninfa mia udir non vóle. MOPSO pastore risponde, e dice così: E' non è tanto il mormorio piacevole Delle fresche acque che d'un sasso piombano. Né quando soffia un ventolino agevole Fra le cime de...
Page 328 - Udite, selve, mie dolce parole. Digli ™, zampogna mia, come via fugge Cogli anni insieme la bellezza snella; E digli come il tempo ne distrugge, Né l'età persa mai si rinnovella: Digli che sappi usar suo' forma bella, Ché sempre mai non son rose e viole.
Page 317 - E nel vero, come che oggi si siano cotali feste e rappresentazioni quasi del tutto dismesse, erano spettacoli molto belli, e se ne faceva non pure nelle compagnie ovvero fraternite, ma ancora nelle case private de...
Page 376 - E forse che ci mancano e' giovani sfaccendati, in questa città! E' gli farà il dovere al dappochello: gli è ben vero che la gelosia non vien da altro che da dappocaggine. Anda'mene in un altro luogo: e trovai che la padrona si aveva messo il brigante in casa e, per non venire alla veglia, dava ad intendere al marito che un suo bambino, o bambina che si fusse, si sentiva male; e, per farlo piangere, non restava di pizzicarlo, talché '1 poverino né con lusinghe né con altro si rachetava.
Page 322 - Uscì con l' elmo ; onde caderon sparsi Giù per le spalle, e la scopriro a un tratto, E la feron conoscer per donzella, Non men che fiera in arme, in viso bella. Quale al cader de le cortine suole Parer fra mille lampade la Scena, D...
Page 336 - O, o! facciam che pena il tristo porte. O, o! caviamgli el cor del petto fora. Mora lo scellerato, mora, mora! Torna la BACCANTE con la testa di ORFEO e dice cosi: O, o!