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1542, 31. јула. Млеци.

XXI.

Дужд потврђује и проглашује обвезном одлуку папе Павла Ш од 8. марта 1540. године.

Petrus Lando Dei Gratia Dux Venetiarum etc. Nobilibus et Sapientibus Viris Andreae Gritti de Suo Mandato Bailo, et Proveditori Generali, ac Consiliariis Corcyrae, et successoribus suis fidelibus dilectis, Salutem, et dilectionis affectum.

Significhiamo come per nome di quella Spettabile, e Fedelissima Università di Corfù dalli Spettabili Domino Andriol Quartano, Beno Lanza, e Manoli Mosco, ne siano stati presentati li Capitoli infrascritti, nelli quali Noi avemmo risposto col Collegio Nostro, con l'Autorità del Senato, ed eziandio con il Nostro Maggior Consilio, in quelli che è stato bisogno; siccome vedrete qui sotto a Capitolo per Capitolo, le quali risposte nostre vi commettiamo coll' Autorità sopradetta, che li dobbiate osservare e far che da cadauno siano inviolabilmente osservate.

Tenor autem Capitulorum talis est; Videlicet.

Datum in nostro Ducali Palatio die ultimo Julii 1542.
А. 3. Е. бр. 30. — А. М. К. Пер. К. стр. 21.

1547, 19. септембра. Млеци.

XXII.

Млетачка влада, промјенивши на један мах дотадашње своје суђење о православнима, које је дотле хтјела да сматра унијатима, пише управитељу Кипра, да је дознала да,quel frate Lorenzo da Bergamo vicario dell'Arcivescovo, perseguita e travaglia grandemente i Greci, nominandoli in pubbliche scritture nefandi eretici, che hanno conculcata la santa croce, rinnegata la fede e fatto omaggio al diavolo, e dicendo e facendo molte altre cose simili con grandissimo discontento e ramarico di quelli fedelissimi nostri,“ и с тога наређује, да се опомене гај викар да више не чини тога, јер ће се

друкчије подврћи њезином гњеву. Препоручује влада истом управитељу, да пази да „nè vicarii, ne altri есclesiastici facciano innovazioni, nè promovino cosa, dalla quale possa nascere scandalo, nè disturbo alcuno."

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Архијепископ латински у Месини Johannes Andreas Mercurius поднио је тужбу Конгрегацији кардинала у Рим на православног грчког епископа Памфила, који није хтио признавати његову јурисдикцију, и Конгрегација ријеши, да сви православни морају признавати јурисдикцију латинских епископа. Ово ријешење те Конгрегације кардинала потврдио је иаиа Пије IV, и у томе смислу издао наредбу 16. фебруара 1564 (в. док. СХХХѴП).

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Млетачка влада пише Vicelocumtenenti, Provisori et Consiliariis Сургі, како је из њиховог писма дознала, Да православни епископи не ће да читају у својим црквама закључке Тридентскога сабора, и како је о томе извјештена и од кипарског (латинског) архијепископа. Хвали их, што нијесу ништа учинили противу истих епископа, не чувши претходно њезино упуство. Прероручује им, да и у напријед ништа не чине противу оних епископа, док не добију какав нови налог од ње, и да саопће ово и архијепископу да то исто,debba fare, scrivendo agli altri Vescovi latini di quel regno, che soprastiano in fare altra esecuzione, ut supra, fino a che da noi altro sarà ordinato." Препоручује им на пошљетку највећу тајну у овоме послу, коју тајну морају чувати и архијепископ и епископи. Lam. p. 065-066.

1568/42, 8. фебруара. Млеци.

XXV.

Млетачка влада позивље Крфског проведитора, да обзнани тамошњег латинског архијепископа, да не смије узнемиривати Грке, који су одјељени од римске цркве. Al Bailo ed al Provveditore generale di Corfù e Consiglieri.

Capita.

Латински архијепископ у Крфу хтио је подвргнути испиту неке precettori Greci. Упућен је тај архијепископ да остави такве ствари и да се не мијеша у послове православних Грка, „і quali sono separati dalla chiesa Romana e sono già da lungo tempo comportati nello stato nostro a poter vivere secondo i riti loro."

Сада нам пише наш посланик из Рима, да му је и папа о томе говорио и показивао му писмо архијепископово. Позовите архијепископа к себи и обзнаните га у име наше, да ми не можемо допустити, да наши поданици буду подвргнути таквим неприличним стварима, и ако се таква ствар понови, да ћемо ми употребити нужне мјере, које ће послужити и примјером и опоменом, да наши поданици буду сачувани од таквих злоупотреба. Сачувајте при себи ово писмо, и кад се повратите у Млетке, повратићете га поглавицама Савјета десеторице.

Lam. p. 069.

1569, 17. јуна. Млеци.

XXVI.

Дукал у заштиту православних млетачких поданика. Petrus Lauretanus, Dei gratia Dux Venetiarum etc. Nobilibus et sapientibus viris Pasquali Ciconia de suo mandato Duchae, et Petro Navagerio Capitaneo Cretae et Consiliariis ibidem et successoribus, fidelibus, dilectis, Salutem et dilectionis affectum.

Fra le altre cose che abbiamo inteso dalle lettere di Voi, Capitano, delli 11 del mese d'Aprile prossima

mente passato inviate ai Capi del Consiglio Nostro dei Dieci, vediamo che avete mandato in questa città un Manusso Maran greco, imputato di eresia, da esser consegnato al Tribunale dell' Inquisizione di questa nostra città di Venezia. Onde avendo giudicato esser necessario il scrivervi le presenti, con le quali vi diciamo col Consiglio Nostro dei Dieci e zonta, che essendo sempre stato comportato, che i Greci vivano liberamente negli stati nostri ed eziandio in questa città secondo i riti ed opinioni loro antiche, dobbiate nell'avvenire usare ogni diligenza maggiore, acciocchè non siano da quel Tribunale dell' Inquisizione introdotte novità, le quali sogliono per lo più partorire scandali e disturbi, e specialmente, che dal predetto Tribunale dell' Inquisizione non siano molestati i Greci, purchè vivano secondo i riti ed antiche opinioni loro e che non entrino in queste nuove eresie. Commettendovi in appresso, che ogni qual volta esso Tribunale dell' Inquisizione avrà occasione di procedere contro alcuno imputato di eresia, voi, Duca e Capitano, ovvero uno di voi almeno vi dobbiate trovare presenti alle cose che occorrerà ad esso Tribunale di fare, così nel processare, come nel giudicare, o deliberare di fare alcuna retenzione, acciocchè, essendo voi assistenti, quando intendeste che esso Tribunale fosse per fare alcuna innovazione o cosa che vi paresse dover ricercare maggior considerazione, ovvero ordine nostro, possiate dar ordine che in tal materia si abbia a soprassedere, o fino a che ne diate avviso ai Capi antedetti, ovvero che le cose siano consultate di quel modo, che vi parerà ricercare l'importanza d'esse, sicchè in questa materia si abbia sempre a procedere con quella prudenza e maturità, che ricerca l'importanza sua, e che nel tutto s'abbiano a fuggire le novità. Oltre a ciò vogliamo anche avvertirvi, che non dobbiate più a modo alcuno permettere, che quel Tribunale predetto nelle condannazioni che avrà da fare, abbia più da condannare alcun eretico nelle prigioni di queste città, e di più, che non abbia a mandare alcuno nell'avvenire a questo Tribunale dell' Inquisizione di questa città, se prima voi non ne scriverete il tutto e non avrete licenza da noi, che lo possiate mandare. Però così eseguirete diligentemente, ed al vostro partire da quel Reggimento, consegnerete le pre

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senti nostre ai vostri successori, e così di mano in mano, acciocchè questo ordine nostro sia di tempo in tempo diligentemente eseguito, conservando le presenti appresso di voi secretamente.

Data in Nostro Ducali Palatio die 17 Junii 1569.
C. II. A. Lam. p. 069. Le Bret. I, 169–171.

Ц.

XXVII.

1570, 3. маја. Млеци.

моли га

Поводом пријетње од стране Турака да отму од Млетака острво Кипар, пише Млетачка влада al Reverendissimo Patriarca greco di Constantinopoli и за помоh, „е promettiamo alla Signoria Vostra Reverendissima in fede di vero e cristiano Principe, che noi conserveremo e faremo conservare a tutti quei Greci, che veranno sotto la nostra protezione in qualsivoglia modo, tutti i riti ed antiche consuetudini della chiesa greca, facendoli accomodar di armi ed altre cose necessarie per la difesa ed offesa, ed alla Signoria Vostra Reverendissima e suoi successori la benemerita sua Superiorità, ed ai Reverendi Metropoliti ed altri suoi dipendenti ogni loro autorità, ed in testimonio di questa nostra volontà constantissima abbiamo fatto le presenti lettere a Vostra Signoria Reverendissima."

Lam. p. 078-079.

XXVIII.

1573, 8. јула. Млеци.

Писмо Млетачке владе Критском Duca et Proveditor generale у обрану православних од насртаја тамошњег

латинског епископа.

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Власти нас извјестише о sinistre operazioni" епископа. Позовите га к себи и кажите му: „che essendo nobile di questa città e potendo per sua prudenza conoscer, quanto importi al buon servizio nostro l'intertenersi amorevolmente con quelli popoli greci, si aspettava da lui ogni modesto e destro proceder; ma che essendo

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