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Ora pel bofco con giocondo vifo

S' udia vagando fue bizzarre fole

Brontolar con ifcherno, e lieto rifo Or pallido e dolente, come fuole

Chi difperato è dagli affanni oppreffo, O d'un delufo amor quel che fi duole. In van l'attefi una mattina io stesso

Sulla collina, e lungo lo fcopeto,

E all'albero a lui grato ancora appresso ; Vi giunfe un'altra in vece fua; pel cheto Bofco ei non fi vedea, nè per la valle,

Nè ful colle, o al rufcello confueto ;

Il dì feguente per l' angufto calle,

Che guida al tempio, con lugubre ammanto

Gli amici lo portàr fopra le spalle

Con dolenti fofpir, con flebil canto.

T'accofta, e leggi l'incifa canzone

(Giacchè di legger tu puoi darti il vanto)

Là nella pietra fotto quel macchione.

EPI

EPITA F FIO.

UI in grembo della terra il capo pofa
Un Giovan, la cui vita alla Fortuna,
Ed alla Fama fù fempre nafcofa.
La Scienza non fdegnò l'umil fua cuna,
Per fuo fequace la Malinconia

Segnollo in fronte con marca opportuna.

Grande fù fua bontade, in fen nudria
Sincero il cor, il Ciel non fu nemico
Di premio uguale a tanta cortefia:
Quanto di bene avea donò al mendico,
Una lagrima fola; il Ciel cortefe
D'ogni fuo voto il fin dielli, un amico.

Sua virtù non cercar di far palefe,

Ne di trarre ti prenda altro defio
Sue colpe da quel luogo, u' fon comprefe;
Sepolte entrambe in un profondo oblìo
Ripofan quefte in paventofa fpeme
Nel feno del fuo padre, e del fuo Dio
Finchè del mondo giungan le ore eftreme,

Alua

Altra Verfione del medefimo EPITAFFIO,

In diverfo Metro.

Fama ed a Fortuna affatto ignoto

Un Giovanne nel fen di quefte Zolle Qui pofa il capo: a lui di baffa ftirpe La Scienza non moftrò fevero il ciglio; Malinconia lo volle

Contraffegnar per figlio.

Grande fù fua bontà, l'alma fincera :
Grande ugualmente fu la recompenza,
Che il Ciel dar fi compiacque a virtù vera.
Alla miferia, che in altrui vedea

Una Lagrima diè, che folo avea :

Dal Ciel ottenne (ch' altro non bramava)

Un amico fidel: Non ti curare

Di più faperne i merti, o di fcavare

Da terribil foggiorno

Le fue fragilità:

Ivi ognuna fi ftà

Egualemente ripofando infieme

In paventofa fpeme

In fempiterno oblio

Del Padre fuo nel feno, e del fuo Dio.

ODE

O DE

Performed at the Inftallation of

His Grace AUGUSTUS HENRY FITZROY, DUKE of GRAFTON.

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