Ora pel bofco con giocondo vifo S' udia vagando fue bizzarre fole Brontolar con ifcherno, e lieto rifo Or pallido e dolente, come fuole Chi difperato è dagli affanni oppreffo, O d'un delufo amor quel che fi duole. In van l'attefi una mattina io stesso Sulla collina, e lungo lo fcopeto, E all'albero a lui grato ancora appresso ; Vi giunfe un'altra in vece fua; pel cheto Bofco ei non fi vedea, nè per la valle, Nè ful colle, o al rufcello confueto ; Il dì feguente per l' angufto calle, Che guida al tempio, con lugubre ammanto Gli amici lo portàr fopra le spalle Con dolenti fofpir, con flebil canto. T'accofta, e leggi l'incifa canzone (Giacchè di legger tu puoi darti il vanto) Là nella pietra fotto quel macchione. EPI EPITA F FIO. UI in grembo della terra il capo pofa Segnollo in fronte con marca opportuna. Grande fù fua bontade, in fen nudria Sua virtù non cercar di far palefe, Ne di trarre ti prenda altro defio Alua Altra Verfione del medefimo EPITAFFIO, Ꭺ In diverfo Metro. Fama ed a Fortuna affatto ignoto Un Giovanne nel fen di quefte Zolle Qui pofa il capo: a lui di baffa ftirpe La Scienza non moftrò fevero il ciglio; Malinconia lo volle Contraffegnar per figlio. Grande fù fua bontà, l'alma fincera : Una Lagrima diè, che folo avea : Dal Ciel ottenne (ch' altro non bramava) Un amico fidel: Non ti curare Di più faperne i merti, o di fcavare Da terribil foggiorno Le fue fragilità: Ivi ognuna fi ftà Egualemente ripofando infieme In paventofa fpeme In fempiterno oblio Del Padre fuo nel feno, e del fuo Dio. ODE |